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CLAUDIA CORRENT - VORREI
Mantova - 24/10/-15/11/2020
Dal 24 ottobre al 15 novembre la Biennale di fotografia femminile 2020 mette in mostra un lavoro fotografico davvero particolare. Si tratta di Vorrei, progetto realizzato dalla fotografa bolzanina Claudia Corrent.
Ma chi è la nostra ospite?
Claudia Corrent è fotografa freelance ed è laureata in filosofia con una tesi di estetica sul rapporto tra la filosofia e fotografia di paesaggio. Ha collaborato con la Repubblica, Der Spiegel, Courrier International e Die Zeit.
Nel 2019 vince il primo artisti della Provincia autonoma di Bolzano, il premio Riaperture, il Capalbiofotofestival, nel 2018 vince il concorso "Debut" a Vilnius in Lituania ed è tra i finalisti del Premio Fabbri.
L’attività espositiva comprende mostre personali e collettive a New York, San Francisco, Vilnius, Milano, Roma, Genova, Venezia. Organizza laboratori didattici presso musei e istituti scolastici (Mart, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo). I suoi ambiti di interesse sono focalizzati verso la narrazione di storie soprattutto legate a tematiche antropologiche/sociali e al rapporto tra l’uomo e l’ambiente. Ultimamente la sua ricerca si concentra sugli archivi e la memoria familiare. È rappresentata dall'agenzia LUZ.
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CFFC - Benvenuta Claudia, per iniziarci al tuo mondo, ci racconti come i tuoi studi filosofici si innestano nella fotografia di paesaggio, e quali stimoli porta per un fotografo?
C.C. - Mi sono laureata in Filosofia e linguaggi della modernità con una tesi in Estetica del paesaggio.
La tesi indagava il fenomeno da un punto di vista filosofico analizzando le varie teorie in relazione con la pittura, l'ambiente, come oggetto di studio della poesia, della geofilosofia, trattando poi alcuni tipi di paesaggio come il mare e la montagna con una parte corposa legata alla rappresentazione del paesaggio in fotografia.
Diciamo che ho sentito il bisogno di di capire da dove nasceva il paesaggio. Mi sono chiesta: " qual'è stata la storia di questa idea? Quali sono state le varie teorie? Come il paesaggio è stato declinato in ambito artistico? L'argomento è interessantissimo calcolando l'attualità della tematica che, nonostante l'apparente semplicità risulta complessa, perchè riguarda vari ambiti disciplinari come l'antropologia, la storia dell'arte, l'archeologia, l'estetica, le neuroscienze.
I miei studi vanno di pari passo alle mie ricerche artistiche, nel senso che ho bisogno di ragionare sulle cose e la filosofia è un ottimo strumento d'indagine per capire il reale, indagare la complessità.
CFFC -L’elaborato fotografico è uno strumento a tutti gli effetti di comunicazione e conoscenza. In base alle tue esperienze, come hai visto trasformarsi il rapporto tra uomo/ambiente, da un punto di vista fotografico e antropologico, e quali pensi siano i simboli che rappresentano questo cambiamento?
C.C. -In molti dei miei progetti parto proprio dalla relazione che le persone hanno con i propri luoghi, diciamo che è un tema per me molto caro.
Sarà perchè vivo in una terra di confine tra il territorio italiano (Bolzano) e austriaco e come tale è legata a doppio filo ai concetti di Heimat (patria in tedesco) e identità.
Questo è l'aspetto personale mentre da un punto di vista storico c'è stato un cambiamento in Italia dovuto all'industrializzazione che ha cambiato il paesaggio dal secondo dopoguerra in poi.
C'è un bellissimo pezzo di Pasolini che parla del cambiamento di Orte vicino a Roma e riflette sul cambiamento dei luoghi
L'accelerazione dei processi economici ha prodotto un mutamento dei rapporti tra campagna e città oltre alle trasformazioni legate alle relazioni con l'altro. La fotografia ha registrato questo mutamento in progetti fotografici che hanno indagato il senso dei luoghi con Ghirri, Basilico, Quintavalle, Barbieri e altri. Questi autori hanno registrato il mutamento e successivamente altri autori come Niedermayer, Vitali, Hutte, Barbieri hanno lavorato sul tema del paesaggio e sul cambiamento. Altri hanno usato il fotografico in modo ancora diverso, utilizzando il paradigma del paesaggio per raccontare altro: penso a Jaqui Kenny che soffrendo di agorafobia "esce" di nuovo di casa fotografando spazi e luoghi tramite google maps, a Miska Henner che ragiona sulla prostituzione lavorando anche lui con google maps riprendendo paesaggi nelle città italiane e spagnole o ai paesaggi inventati di Dafna Talmor.
Dal mio punto vista quando ho lavorato sul paesaggio, intervistando anche le persone che vi abitano, ho sempre trovato una forma di rispecchiamento.
Penso a Venezia che nonostante le trasformazioni che ha subito negli ultimi anni rimane un luogo scelto dai suoi abitanti e follemente amato. Penso a Garbatella, dove ho appena finito una residenza invitata da Francesco Zizola, dove il quartiere diventa un micro mondo nel quale le persone vivono con serenità il paesaggio. Quindi forse il metro di paragone, il simbolo che rappresenta questo cambiamento è sempre l'uomo stesso che vive in quell'ambiente.
CFFC -Riflettendo sui progetti legati al collage e alla memoria, ci è sembrato di viaggiare nel tempo anche nelle nostre memorie familiari (d’altronde chi non ha delle fotografie del proprio recente passato?). Qual è il percorso/approccio fotografico per raccontare questo continuum temporale?
C.C. -I lavori sull'archivio nascono dalla mia fascinazione nei confronti delle storie e delle immagini di famiglia. Già da bambina rimanevo ore davanti agli album mettendo ordine in quelle immagini.
L'idea che mi piace è quella di attualizzare e cambiare il passato.
Diedi anni fa un esame di studi ebraici e ricordo che mi erano rimasti impressi alcuni concetti ebraici come quello di "Tikkun", del tornare indietro nel tempo e riparare gli errori. Un passato che al contrario dell'etimo può essere riparato. Nell'ebraismo c'è questa idea bellissima di riparare il mondo, dove gli esseri umani hanno la responsabilità di completare la creazione di Dio e migliorare il mondo. Da qui l'idea di prendere immagini del passato, attualizzarle con immagini del presente e fonderle attraverso suggestioni.
"Per te, per ricordarti spesso" nasce proprio da qui. Così come "Neanche il futuro è più quello di una volta" dove trasformo immagini grazie al movimento della scansionatrice.
L'intervista prosegue dopo la photogallery
CFFC -È sempre delicata l’interazione con generazioni diverse e in “Vorrei”, il tuo progetto in mostra a fine ottobre presso la BFF di Mantova, i protagonisti sono proprio i giovani, i loro sogni e le loro ambizioni. Ci racconti come nasce e che prospettive ha?
C.C. -Il progetto è nato anni fa davanti a un tavolo quando lavoravo come educatrice in un centro giovani di una scuola professionale. I ragazzi avevano tra i 14 e i 20 anni e chiesi loro cosa volevano diventare da grandi. Non era solo il lavoro che mi interessava, volevo capire quali erano i loro sogni, cosa volevano diventare, chi volevano essere. Alcuni di questi sogni erano socialmente determinati e derivavano dalle prospettive economiche, dalla provenienza etnica, dalle famiglie di provenienza, altri invece raccontavano il momento presente e quello futuro "voglio fare tutto quello che mi va", "voglio una villetta in Finlandia", "voglio essere ricco e dominare il mondo" "voglio essere felice".
E'un lavoro a cui tengo molto perchè racconta, seppur in modo non completo, i sogni e le aspettative dei ragazzi in un'età che mi affascina molto, dove tutto è ancora possibile, dove "tutto è ancora intero" come cantava Guccini. Mi piaceva poi inserire la loro "voce" attraverso la calligrafia, così potevano emergere di più loro, oltre alla posizione del "mettersi in posa".
CFFC -I tuoi progetti fotografici sono tanti e tutti stimolanti, quali altre sfide ti attendono nei prossimi tempi?
C.C. -Grazie! In questo momento sto lavorando a nuovi workshop artistici con bambini e adulti, mi piace moltissimo lavorare con l'immagine in generale e mi sto concentrando sul paesaggio, però su un paesaggio inventato e trasformato su un progetto legato all'Alto Adige.
Ringraziamo Claudia Corrent per questa interessante chiacchierata e le facciamo un enorme in bocca al lupo per i progetti futuri. Vi invitiamo a scoprire gli altri suoi splendidi lavori visitando il suo sito e la sua mostra presso la BFF Mantova di quest'anno.